
Storm Season dei White Willow, del 2004, forse il loro migliore album ad oggi, come gli altri cantato in inglese, che non ha punti deboili e tocca le corde degli appasionati del progressive rock piu' epico e intenso, con digressioni nel progressive metal di pregevole fattura e una voce femminile stratosferica, quella di Sylvia Erichsen ma anche con un brano splendidamente cantato da Finn Coren che collabora in questo disco. La lineup si arricchisce da questo album di un musicista importantissimo per il progressive rock dei nostri gioni, parliamo di Lars Fredrik Frøislie del quale ho lungamente parlato per i suoi lavori con i Wobbler e da solista ma anche per il progetto The Chronicles of Father Robin, e che in questo album suona piano, Mellotron M400, Hammond B3, Minimoog, synths, Fender Rhodes, Wurlitzer, glockenspiel. Bellissimi i fiati di Ketil Vestrum Einarsen e le chitarre di Jacob Holm-Lupo e Johannes Saebøe, gli archi di Sigrun Eng e una grande sezione ritmica di Marthe Berger Walthinsen al basso e Aage Moltke alla batteria e percussioni.
Una band della quale ho gia' parlato in merito ad altri lavori, che e' stata una sorpresa dal primo ascolto al punto che sto arricchendo la mia collezione della loro intera discografia,
47 minuti circa per sette tracce
- Chemical Sunset, brano molto intenso, una ballata rock, che in apertura offre un bellissimo tappeto di fiati e tastiere, un tempo lento e sempre accompagnato da un giro di flauto molto coinvolgente, epico, poi entra la voce femminile di Sylvia Erichsen molto leggera e intensa, le chitarre ci deliziano con un riff che scandisce la tensione insieme all'ottimo lavoro al synth. La fase epica lascia spazio di nuovo al faluto e ad un bellissimo arpeggio di chitarra acustica per poi tornare con forza, tutti gli strumenti, incluso il flauto, al tema epico, con potenza e molta enfasi. Grandissimo lavoro di batteria e basso quando il tempo di fa quasi medievale, bellissimo l'assolo di chitarra e la chiusura epica del brano.
- Sally Left apre con un bellissimo giro di Synth e voce sul quale le percusssioni tracciano un tempo prima essenziale e poi con la batteria, piu' avvincente e carico di tensione. Il brano si fa sempre piu' denso, in una lenta progressione, che vede l'intervento delle tastiere in dissonanza…. questa crescita si annulla nell'entrata degli archi in una fase strumentale emozionante con il raro parlato in sottofondo. Poi l'esplosione, la chitarra elettrica col suo assolo davvero stupendo. Questa fase strumentale lascia spazio al tema iniziale, una fase soft con voce e una atmosfera soffusa, che si fa presto piu' decisa. Straordinario pezzo al confine fra il Rock e il Prog, con ancora una grande parte vocale.
- Endless Science parte con un bellissimo giro di basso e synth, qui c'e' il Progressive Metal, con un riff avvincente e atmosfere molto dark diffuse dalle tastiere. C'e' subito un assolo di chitarra distorta e stavolta il cantato e' maschile, quello di Finn Coren, su una bella base di chitarra e Synth. Arriva la fase rock del brano, con la voce femminile ai controcanti e una bella energia che si alterna con fasi piu' leggere in cui il piano disegna il tema unitamente alla chitarra. Gli archi si aggiungono intensi e col loro carico di malinconia, in una splendida progressione fino al ritorno del Progressive Metal e poi di nuovo una discesa nel mondo sognate. Splendida la voce e la composizione nel suo complesso. Piena di variazioni e di cambiamenti di emozioni fino all'assolo finale. Grande lavoro di Synth e tastiere e l'assolo di mellotron .Brano-capolavoro,
- Soulburn apre il lato B con leggerezza, splendido arpeggio di chitarra e splendida anche la voce, dopo le prime tracce cariche di tensione, un vento leggero di ampio respiro, una bellissima melodia nostalgica e romantica, con ottime parti di chitarra acustica ed elettrica che arpeggiano col basso, la batteria precisa che sa dare enfasi quanto basta , le tastioere che stendono suoni leggeri in sottofondo. Qui la protagonista e' la voce. Splendida.
- Insomnia ha una partenza con la voce a cappella e poi parte una ballata prog di ottima complessita' con una batteria ricca di sfumature. Bella anche qui la melodia, il mood e' di un rock classico, toni duri, base di batteria a tempi dispari e un bellissimo mellotron, per una parte strumentale inquietante e decisa. Bello il momento centrale di soli pianoforte e voce, molto intenso, che sfocia in una cavalcata prog all'impazzata, sale la complessita', batteria e basso tracciano la base per assoli di chitarra insieme a un bellissimo giro di tastiere. Fasi epiche si alternano con momeni piu' scarni, con un un uso particolare dei suoni di tastiera e chitarra fino alla chiusura di questo bellissimo brano.
- Storm Season inizia con suoni distorti di Synth e voce, suoni che accompagnano come una sorta di base ritimiac sincopata tutto il brano, che e' animato da un sound quasi ecclesiastico, con la voce intesa e piena di eco, archi e synth che giocano con le atmosfere, il tutto all'nsegna delle emozioni. La crescita e' lenta e fatta di intensificazione delle atmosfere che si alternano con fasi tese, animate da suoni che ricordano quelli di un carillon, di orologi a pendolo, una scenografia inquietante. Bellissimo brano.
- Nightside of Eden, il brano piu' lungo che chiude il disco, partendo con una grande intro Progressive Metal, un riff di chitarra di grande impatto che accompagna un assolo di chitarra di grande gusto. Splendida la doppia chitarra che porta verso sensazioni hard rock davvero avvincenti anche quando le tastiere si espirimono in un bellissimo assolo, mentre batteria e basso precisi e potenti tracciano la via del rock. Anche in questo brano splendido il contrasto fra la voce suadente e l'intensita' del sound rock, un contrasto magnifico. Non manca un grande assolo di chitarra elettrica. La complessita' del brano e' notevole con le sue moleplici variazioni stacchi, cambiamenti di mood e di intensita'. Gli strumenti si alternano al centro del palco senza eccedere nel virtuosismo. Magnifica chiusura del disco.
Brani tutti di struttura puramente prog, intro di grande effetto, momenti epici, sound a volte medievali, Hard Rock, progressive metal ma anche inquietanti momenti quasi da “celebrazione” eccesiasttica e ballate appassionanti. Davvero un grande album con una ottima produzione.
Disco eccellente che non puo' mancare nella fonoteca degli appassionati del progressive rock di altissimo livello.
Tracklist
1. Chemical Sunset (7:58)
2. Sally Left (6:33)
3. Endless Science (3:37)
4. Soulburn (9:21)
5. Insomnia (5:49)
6. Storm Season (4:21)
7. Nightside of Eden (9:44)
Durata 47:23
LineUp
- Sylvia Erichsen - voce
- Jacob Holm-Lupo - chitarre elettriche, acustiche e classiche, tastiere, produttore
- Johannes Saebøe - chitarre elettriche, chitarra baritona elettrica
- Lars Fredrik Frøislie - pianoforte, Mellotron M400, Hammond B3, Minimoog, sintetizzatori, Fender Rhodes, Wurlitzer, glockenspiel
- Ketil Vestrum Einarsen - flauti, Micro Synth, tamburello
- Sigrun Eng - violoncello
- Marthe Berger Walthinsen - Bassi a 4 e 5 corde, tamburello
- Aage Moltke Schou - batteria e percussioni
Con:
- Tirill Mohn - arrangiatore d'archi
- Finn Coren - voce (4)
- Teresa K. Aslanian - voce fantasma (2)
- Christer Mathiesen - assolo di chitarra elettrica (8)
- Steffen Isaksen - tastiere (9,10)
Nota: Tutti i link ai lavori dei musicisti sono nei TAG sotto il titolo dell'articolo o nella pagina “Artisti”
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