
Marbles dei Marillion, album del 2004
Di questa grandissima band abbiamo lungamente parlato in altri articoli, ma vale la pena ricordare che i Marillion sono una band britannica formata nel 1979 che ha dato un contributo fondamentale al neo-progressive rock. La band ha attraversato due distinte epoche, definite dai due cantanti principali, quella di Fish e quella di Steve Hogarth, era nella quale ricade questo disco. In occasione della recensione dell'album che ha chiuso l'era Fish, Clutching at Straws, ho fatto una scheda della band che vi invito se interessati a consultare.
Un album introspettivo, atmosferico, di grande carica emotiva, con una produzione eccezionale e brani che variano da lunghe e complesse composizioni a brani piu' accessibili.
Grande interpretazione vocale di Steve Hogarth, molto emozionante e fantastica la sintonia fra Kelly, Rothery, Trewavas e Mosley con performances particolarmente ispirate di Kelly alle tastiere e Steve Rothery alla chitarra con i suoi assoli.
Pur non essendo un concept album, è un'opera che contiene brani concettualmente connessi tra loro e che tratta della “perdita dell'innocenza”, la “natura della tentazione”, l'isolamento e la ricerca della felicità e dell'amore.
Il titolo dell'album si riferisce al comune slang inglese "losing one's marbles", che significa impazzire dietro un'idea fissa o piu' semplicemente “perdere la testa”.
La perdita dell' innocenza e della sanità mentale e' trattata nei quattro brevi brani "Marbles" che sono legati dall'immagine di una collezione di biglie per rappresentare un periodo di innocenza che svanisce con l'età. L'idea di "perdere" quelle biglie si collega direttamente alle lotte mentali ed emotive descritte in altri brani.
I temi dalla tentazione e infedeltà sono trattati in "Genie" e "The Damage" ed esplorano i concetti di tentazione, desiderio e le conseguenze emotive del cedere all'infedeltà o a comportamenti rischiosi. "The Damage" riutilizza testi di "Genie" per mostrare le conseguenze da una prospettiva diversa.
Isolamento, introspezione, solitudine e sofferenza mentale sono trattati nei brani The Invisible Man, che parla di "essere testimoni senza essere presenti" e in "Ocean Cloud", ispirato dal canottiere solista Don Allum, il primo uomo ad attraversare a remi l'Oceano Atlantico in entrambe le direzioni, per affrontare il concetto dell'estremo isolamento, l'introspezione e il pericolo di trovarsi in alto mare.
Vari brani affrontano il tema della ricerca di un "luogo fantastico", il desiderio umano di fuga dalla realtà o la ricerca di un posto migliore, felice, anche solo per un istante.
L'amore e' al centro della traccia epica "Neverland" che tratta dell'amore incondizionato come rifugio
Un disco che coinvolge brano dopo brano, passando da brani dolci come Angelina ad altri impetuosi come Neverland, ma anche a brani più semplici come Don't Hurt Yourself o altri psichedelici come Drilling Holes.
Tre vinili per oltre un'ora e mezza di musica
- The Invisible Man con i suoi oltre 13 minuti (una delle tre tracce piu' lunghe) apre il disco, molto bello e potente, una progressione lenta con un ritmo deciso e continuo, bellissime voci e un grande assolo di chitarra di Rothery.
- Marbles I, della durata di meno di due minuti e' il primo di quattro brevi interludi che compongono la Title Track, brano con un sound quasi Jazz.
- Genie e' un brano rock accattivante, un po' "pop", ma molto piacevole.
- Fantastic Place e' un pezzo melodico, con una progressione coinvolgente e un lavoro di chitarra di Rothery notevole
- The Only Unforgivable Thing e' una bellissima ballata, molto potente, con una bellissima introduzione d'organo, e ancora una volta un eccellente lavoro di chitarra di Steve Rothery e la voce di Hogarth molto intensa.
- Marbles II e' un intermezzo di meno di due minuti che continua il tema della prima parte ma con un'atmosfera psichedelica.
- Ocean Cloud e' il brano piu' lungo del disco e anche il piu' bello a mio avviso, uno dei migliori pezzi epici dei Marillion della nuova era, con grandissime parti vocali e assoli di chitarra strepitosi.
- Marbles III e' un intermezzo di meno di due minuti che continua il tema della prima e seconda parte ma con un clima etereo.
- The Damage e' il brano più rock dell'album, incalzante e con una parte vocale particolarmente ispirata.
- Don't Hurt Yourself e' un brano pop-rock con una bella introduzione di chitarra acustica e un ritornello orecchiabile.
- You're Gone e' un singolo dell'album che ha ottenuto un discreto successo, brano pop malinconico con bel loop di batteria, brano commerciale ben fatto ma con un buon impatto emotivo e una melodia che resta nella memoria.
- Angelina e' un brano al confine fra jazzy e psichedelica, che include anche la voce di Carrie Tree, con una bella atmosfera soft.
- Drilling Holes e' un brano caratterizzato da bellissimi arrangiamenti di clavicembalo, con un mood drammatico e un grande lavoro di tastiere di Mark Kelly.
- Marbles IV e' l'ultimo intermezzo continua il tema delle parti precedenti, con una atmosfera solenne, che anticipa la chiusura del disco.
- Neverland con i suoi oltre 12 minuti chiude il disco, una chiusura emozionante che dopo un'introduzione al pianoforte progredisce in modo grandioso verso un finale che vede uno degli assoli di chitarra più belli Rothery, in stile “gilmouriano”.
Bellissimo l'artwork di cui trovate tutte le foto di seguito.
Marbles e' a mio avviso, fino ad oggi, l'album migliore dell'era Hogarth, di pochissimo superiore al loro grandissimo album post-Fish Brave, entrambi un MUST in una collezione di dischi prog
Nota: Tutti i link ai lavori dei musicisti sono nei TAG sotto il titolo dell'articolo o nella pagina "Artisti"
Tracklist
1. The Invisible Man (13:37)
2. Marbles I (1:42)
3. Genie (4:54)
4. Fantastic Place (6:12)
5. The Only Unforgivable Thing (7:13)
6. Marbles II (2:02)
7. Ocean Cloud (17:58)
8. Marbles III (1:51)
9. The Damage (4:35)
10. Don't Hurt Yourself (5:48)
11. You're Gone (6:25)
12. Angelina (7:42)
13. Drilling Holes (5:11)
14. Marbles IV (1:26)
15. Neverland (12:10)
Durata 98:46
LineUp
- Steve Hogarth - voce, dulcimer (1), chitarra aggiuntiva (4)
- Steve Rothery - chitarra, basso (10)
- Mark Kelly - tastiere
- Pete Trewavas - basso, chitarra acustica (10,13)
- Ian Mosley - batteria
Con:
- Carrie Tree - voce aggiuntiva (3,12)







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