
We'll Talk About It Later dei Nucleus, album del 1971
Dei Nucleus e Ian Carr il loro fondatore ho lungamente parlato nella scheda a loro dedicata “Elastic Rock, esordio dei Nucleus, i Pionieri del Jazz-Rock Fusion”.
Questo è il loro terzo album in studio, il loro capolavoro e capolavoro assoluto del genere Jazz Rock/Fusion.
Un album potente e creativo con strepitosi assoli virtuosistici con la tromba di Ian Carr, l'oboe e le tastiere di Karl Jenkins, la chitarra di Chris Spedding, con una sezione ritmica di John Marshall (batteria) e Jeff Clyne (basso) praticamente perfetta, complesso, intenso e brillante ed esotico, con incursioni di strumenti non comuni nel genere come il bouzouki greco in Lullaby, strumento che si presta all'eccellenza del virtuosismo con assoli di lunghezza smisurata (esperienza personale durante i miei viaggi in Grecia ascoltando la musica Rebetika).
Sul titolo dell'album non esiste una spiegazione univoca ma solo alcune interpretazioni:
- la copertina dell'album (una copertina apribile di Roger Dean) presenta foto relative alla Rivolta di Pasqua irlandese del 1916, un tema che è apparso anche in brani dei primi album dei Nucleus. Questo ha portato alcuni critici a ipotizzare un collegamento tra il titolo dell'album e gli eventi dell'epoca, suggerendo un senso di discussione rimandata e di tensione irrisolta riguardo alla ribellione politica degli anni 70'.
- Alcuni lo ritengono un "Non-Titolo", un'osservazione improvvisata e casuale usata come titolo giocoso o persino ironico, ad intendere che la musica innovativa del disco fosse in grado di parlare da sola e che qualsiasi discussione potesse attendere.
- Un voluto senso di ambiguità dato dalla mancanza di una spiegazione chiara che sarebbe in linea con la natura sperimentale dell'album e con l'approccio della band alla musica, che non aveva confini rigidi o temi narrativi espliciti.
Io personalmente propendo per la prima ipotesi, avvalorata dalla foto di copertina e dal clima politico dell'epoca, di grande fermento e ribellione.
L'album si compone di 7 brani per circa 46 minuti di splendido Jazz Rock/Fusion
- Song for the Bearded Lady apre il disco col suo mood funky incalzante e un riff trascinante su cui si sviluppa un assolo di tromba di Ian Carr e il cui tema melodico principale venne riproposto da Karl Jenkins in Hazard Profile dei Soft Machine.
- Sun Child è un brano caratterizzato dal grandissimo basso di Jeff Clyne e una parte spettacolare di batteria di John Marshall, con un sound a tratti orientaleggiante.
- Lullaby for a Lonely Child è una ballata atmosferica, delicata, con la tromba solista emozionante di Carr mentre Chris Spedding suona con maestria uno splendido bouzouki.
- We'll Talk About It Later, la title track, è un brano blues e atmosferico dai toni dark, con la chitarra wah-wah di Spedding e la tromba con sordina di Carr. Un fantastico pezzo sperimentale blues-rock.
- Oasis apre il lato B ed è il brano più lungo dell'album, molto atmosferico con una intensità crescente con di fiati, tastiere e un riff di chitarra unico, con lunghi assoli di Brian Smith al sassofono e all'oboe.
- Ballad of Joe Pimp bellissimo brano che ha la particolarità di contenere parti vocali (non accreditate).
- Easter 1916 chiude il disco ed è ispirato alla poesia di W.B. Yeats sulla rivolta irlandese, contiene spoken words e una sezione di free jazz quasi arrogante e un duetto intenso aggressivo di sassofono e batteria tra Brian Smith e John Marshall. Chiusura spettacolare.
Un album stratosferico, meraviglioso, un ascolto essenziale per gli appassionati di Jazz-Rock Fusion.
Nota: Tutti i link ai lavori dei musicisti sono nei TAG sotto il titolo dell'articolo o nella pagina "Artisti"
Tracklist
1. Song for the Bearded Lady (7:25)
2. Sun Child (5:19)
3. Lullaby for a Lonely Child (4:21)
4. We'll Talk About It Later (6:19)
5. Oasis (9:49)
6. Ballad of Joe Pimp (3:48)
7. Easter 1916 (8:47)
Durata 45:48
LineUp
- Ian Carr - tromba, flicorno
- Brian Smith - sassofono tenore e soprano, flauto
- Karl Jenkins - pianoforte, Hohner Electra-Piano, oboe, sassofono baritono
- Chris Spedding - chitarre, bouzouki, voce (6)
- Jeff Clyne - basso acustico ed elettrico
- John Marshall - batteria, percussioni






















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