
Volume Two, album del 1969 dei Soft Machine.
Dei Soft Machine abbiamo parlato nelle schede dedicate ai Wilde Flowers e i Matching Mole ma vale la pena ricordare che si tratta di un pilastro della musica d'avanguardia britannica, fondatori e massima espressione della scena di Canterbury. La band è nata nel 1966 e da quel momento hanno guidato l'evoluzione dal rock psichedelico al progressive rock, fino a diventare pionieri del jazz-fusion. La formazione originale si formò a Canterbury nell'agosto 1966, e il nome fu ispirato dal romanzo The Soft Machine di William S. Burroughs, la formazione storica comprendeva:
Robert Wyatt alla batteria e voce, Kevin Ayers al basso e voce, Mike Ratledge alle tastiere, Daevid Allen alla chitarra.
Numerosi i cambi di formazione e stile musicale, dal periodo iniziale, quello Psichedelico dal 1966 al 1968 con il loro debutto omonimo The Soft Machine (1968), album influenzato dalla psichedelia e dal dadaismo, passando per una svolta Jazz-Rock dal 1969 al 1971 con l'uscita di Ayers e l'ingresso di Hugh Hopper, e in questo periodo viene pubblicato il loro capolavorio, il doppio album Third (1970) che contiene la meravigliosa Moon in June di Wyatt. Segue un periodo Strumentale dal 1971 al 1984, dopo l'addio di Wyatt e l'ingresso in formazione di musicisti del calibro di John Marshall, Karl Jenkins e il grande virtuoso della chitarra Allan Holdsworth. In seguito la band vide diversi scioglimenti e progetti paralleli (come Soft Machine Legacy), per tornare nel 2015 e da quel momento è ancora attiva, con una formazione che include John Etheridge, Theo Travis, Fred Baker e Asaf Sirkis.
In questo arco di oltre cinquant'anni hanno prodotto album fondamentali per il progressive rock, dall'esordio con The Soft Machine (1968), una pietra miliare della psichedelia, Volume Two (1969) fatto di sperimentazione e spirito dadaista, passando per Third (1970), monumento del jazz-rock e del progressive, poi Fourth (1971) con sui si completa la transizione verso il jazz d'avanguardia, ma anche Bundles (1975) con l'arrivo della chitarra fusion di Holdsworth.
Volume Two è stato un album innovativo, la fusione di rock psichedelico, umorismo dadaista e jazz-rock, album complesso che è anche un riferimento per identificare il sound della scena di Canterbury.
Si compone di due suite, una per ogni lato del vinile, "Rivmic Melodies" e "Esther's Nose Job" nelle auali troviamo grande jazz e improvvisazione anche grazie alla presenza di Hugh Hopper al basso che ha avuto un impatto fondamentale con il suo basso fuzz.
Grande anche la performance di Robert Wyatt alla batteria con grande tecnica jazzistica e anche le sue parti vocali, uno strumento aggiunto il cui uso “musicale” è stato un aspetto determinante per la sua produzione musicale successiva. Mike Ratledge all'organo e pianoforte, spesso distorti, delineano le composizioni astratte, influenzate dalla musica classica del XX secolo e dal free jazz. L'umorismo assurdo è centrale nei testi, spesso surreali e si riflette nei titoli dei brani, anche questa caratteristica tipica della scena di Canterbury.
Bellissimi i brani alcuni dei quali a dir poco eccezionali come Hibou Anemone and Bear, una composizione in 13/8 con un assolo d'organo di Ratledge straordinario, ma anche As Long As He Lies Perfectly Still, un omaggio a Kevin Ayers con un ritmo complesso in 7/4, oppure Pig, breve brano umoristico con basso fuzz potente, e anche 10:30 Returns To The Bedroom che chiude il disco, un assaggio di post-metal con basso pesante e grandiosi assoli di batteria e organo.
Più ascolto i loro primi dischi e più mi rendo conto di come questa band sia stata un laboratorio, una fucina nelle quali le idee venivano forgiate e rese fruibili non solo al pubblico dell’epoca, ignaro di quello che avrebbero significato in futuro, ma donandole anche alla scena musicale mondiale.
La band viene "costretta" (grazie al cielo dico io) a riunirsi per onorare il contratto, Ayers si rifiuta di tornare e lo sostituisce Hugh Hopper, che aveva già suonato in un brano del disco precedente ed era il road manager del gruppo e proprio lui indirizza il gruppo verso il sound che li avrebbe caratterizzati in seguito.
Wyatt agli arrangiamenti e alla scrittura di buona parte dei testi, che interpreta.
L'album rappresenta la prima fusione di rock, psichedelia, jazz e avanguardia mai realizzata da alcun musicista, un capolavoro e un pezzo di storia.
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Tracklist
Lato A - Rivmic Melodies:
1. Pataphysical Introduction Pt. I (1:00)
2. A Concise British Alphabet Pt. I (0:10)
3. Hibou, Anemone and Bear (5:58)
4. A Concise British Alphabet Pt. II (0:12)
5. Hulloder (0:52)
6. Dada Was Here (3:25)
7. Thank You Pierrot Lunaire (0:47)
8. Have You Ever Bean Green? (1:23)
9. Pataphysical Introduction Pt. II (0:50)
10. Out of Tunes (2:30)
Lato B - Esther's Nose Job:
11. As Long as He Lies Perfectly Still (2:30)
12. Dedicated to You But You Weren't Listening (2:30)
13. Fire Engine Passing With Bells Clanging (1:50)
14. Pig (2:08)
15. Orange Skin Food (1:52)
16. A Door Opens And Closes (1:09)
17. 10.30 Returns to the Bedroom (4:14)
Durata 33:20
LineUp
- Mike Ratledge - pianoforte, organo Lowrey Holiday Deluxe, Hammond (3), clavicembalo (12), flauto (3, 10)
- Hugh Hopper - basso, sassofono contralto (3, 14-16), chitarra acustica (12)
- Robert Wyatt - batteria, percussioni, voce, arrangiamento (2, 4-8)
Con:
- Brian Hopper - sassofono tenore (3, 9, 10, 14-16) e soprano (15, 16)






















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