
Remedy Lane dei Pain of Salvation, pubblicato nel 2002
I Pain of Salvation sono una band svedese fondata da Daniel Gildenlöw nel 1984 (originariamente con il nome di "Reality"), il cui nome è stato modificato dal leader e fondatore Gildenlöw in Pain of Salvation nel 1991, a simboleggiare l'equilibrio della dualità della vita (bene/male, luce/oscurità).
Il loro stile è caratterizzato da un potente lavoro di chitarra, voci con grandissima estensione, sincopi, poliritmie e inaspettati passaggi tra atmosfere pesanti e intense e passaggi calmi e atmosferici per una straordinaria fusione fra heavy metal, progressive rock e alternative, caratterizzato sempre da ritmi complessi.
I loro concept album sono dotati di grande profondità emotiva ed esplorano temi come la guerra, l'esistenza e l'esperienza umana.
La visione della band è fondamentalmente quella di Gildenlöw sia musicalmente che dal punto di vista narrativo, spingendosi oltre il perimetro musicale fino a quel momento conosciuto ad ogni uscita, uscendo dalla "comfort zone" sistematicamente ed a fasi alterne suscitando nella critica opinioni discordanti.
Membro sempre presente in formazione è Daniel Gildenlöw (voce, chitarra, compositore principale), con formazioni in continua evoluzione ma con membri di lunga data come Fredrik Hermansson (tastiere) e Johan Hallgren (chitarra).
I loro album musicalmente si sono evoluti dal metal tecnico al prog-fusion, toccando fasi con suoni acustici e orchestrali o sperimentali fino a fasi con influenze blues e influenze di musica elettronica.
L'album di debutto in studio, Entropia (1997), era un concept album su una famiglia in una società distrutta dalla guerra. Seguì rapidamente One Hour by the Concrete Lake (1998), che trattava dell'industria bellica e dei disastri ambientali. Poi due capolavori, The Perfect Element, Part I (2000) e il semi-autobiografico Remedy Lane (2002) che sono al momento il loro picco creativo a mio avviso. In seguito la band ha sperimentato stili diversi, pubblicando il complesso e filosofico album BE (2004), eseguito dal vivo con un'orchestra. Scarsick (2007) ha proseguito il concept di Perfect Element, esplorando però un sound alternative/nu-metal più accessibile. Gli album in due parti di Road Salt (One nel 2010 e Two nel 2011) si sono spostati drasticamente verso uno stile blues e hard rock ispirato agli anni '70. In seguito a una malattia potenzialmente mortale contratta da Daniel Gildenlöw nel 2014, la band è tornata a un sound progressive metal più tradizionale con In the Passing Light of Day (2017), un album che riflette sulla sua esperienza in ospedale. Il loro ultimo album, Panther, è uscito nell'agosto 2020, incentrato sui temi dell'alienazione e dell'ansia sociale.
Remedy Lane, qui nella versione Re-Mixed, è il loro capolavoro e un capolavoro assoluto del Progressive Metal oltre ad essere a mio avviso un album Essenziale in una collezione Progressive Rock.
Il concept è una storia semi-autobiografica che tratta della insistente estenuante ricerca di un uomo, la ricerca di se stesso e descrivendo questa ricerca tratta della natura della libertà, esplorando temi come l'amore, la perdita, la lussuria, il sesso e il rimpianto. La storia è narrata in gran parte attraverso flashback, mentre il protagonista viaggia e soggiorna in una camera d'albergo a Budapest. La narrazione dei brani non è in ordine cronologico mentre le note di copertina ne ricostruiscono l'ordine narrativo.
Il titolo dell'album è un gioco di parole riferito all'espressione inglese "take a walk down memory lane", ovvero “fare un giro lungo il viale dei ricordi”, similmente nel disco il protagonista rivisita e riflette sulle sue esperienze passate, sulle cicatrici, per trovare un “rimedio” e musicalmente questo è espresso attraverso atmosfere oscure ed emotivamente intense.
Un album di grande intensità emotiva sia musicalmente che nei testi, molto toccante con immagini tragiche come un aborto spontaneo, tentativi di suicidio descritti in modo crudo con l'impiego di atmosfere hard rock e progressive, arrangiamenti complessi e cambi di tempo e mood improvvisi, fondendo passaggi aggressivi con fasi acustiche, il tutto con tecnica magistrale e soprattutto con la voce di Daniel Gildenlöw a dir poco eccezionale.
L'album contiene brani di grande potenza, come A Trace of Blood che affronta esplicitamente il tragico tema di un aborto spontaneo con cambi estremi di gli stati d'animo, riff di chitarra carichi di tensione, melodie di pianoforte che suscitano rabbia, tristezza e disperazione.
Bellissima Rope Ends con una complessa apertura strumentale.
Chain Sling è un brano ritmato con un sound folk e un grandissimo riff di chitarra acustica.
Dryad of the Woods è un eccezionale brano acustico strumentale con un arrangiamento di chitarra acustica, pianoforte e tastiere atmosferiche superlativo.
Beyond the Pale che con i suoi 10 minuti chiude il disco, è un capolavoro nel capolavoro con un riff di chitarra martellante e coinvolgente carico di tensione che si conclude con il verso "Saremo sempre molto più umani di quanto vorremmo essere".
Ma ci sono brani con atmosfere insolite come Ending Theme dal tono tono malinconico, oppure Fandango con un'atmosfera spagnoleggiante, con tempi dispari e una estensione vocale ai limiti, fra bassi profondi e urla acute. This Heart of Mine (I Pledge) / Second Love sono bellissime ballate dal tono morbido e melodico.
Una pietra miliare, al pari di Operation: Mindcrime dei Queensrÿche o i grandi capolavori dei Dream Theater. Remedy Lane è forse l’ultimo capolavoro assoluto della band, un album che insieme a The Perfect Element Pt I e’ uno dei più grandi dischi progressive metal che io abbia mai sentito fino ad ora. Essenziale.
Nota: Tutti i link ai lavori dei musicisti sono nei TAG sotto il titolo dell'articolo o nella pagina "Artisti"
Tracklist
1. Of Two Beginnings (2:24)
- Chapter 1:
2. Ending Theme (4:59)
3. Fandango (5:51)
4. A Trace of Blood (8:17)
5. This Heart of Mine (I Pledge) (4:01)
- Chapter 2:
6. Undertow (4:47)
7. Rope Ends (7:02)
8. Chain Sling (3:58)
9. Dryad of the Woods (4:56)
- Chapter 3:
10. Remedy Lane (2:15)
11. Waking Every God (5:19)
12. Second Love (4:21)
13. Beyond the Pale (9:56)
Durata 68:06
LineUp
- Daniel Gildenlöw - chitarre, voce solista, co-produttore
- Johan Hallgren - chitarre, cori
- Fredrik Hermansson - tastiere
- Kristoffer Gildenlöw - basso, cori
- Johan Langell - batteria, cori





























.jpeg)
