
Up the Downstair dei Porcupine Tree, del 1993
Il loro secondo album considerato dallo stesso Steven Wilson come il vero debutto in studio dei Porcupine Tree, in quanto il precedente On the Sunday of Life... era una «raccolta di materiale giovanile» e sperimentale ed è per questo che in questo articolo aggiungo le loro note biografiche.
I Porcupine Tree sono ormai una delle band più influenti del rock progressivo moderno, fondata nel 1987 nel Regno Unito, dal genio musicista e produttore Steven Wilson ma nata in modo insolito, i Porcupine Tree nacquero infatti come uno uno scherzo di un giovane Wilson che creò la finta biografia di una leggendaria rock band psichedelica (inesistente) degli anni ‘70 per accompagnare le sue registrazioni casalinghe. Quello scherzo divenne poi un progetto reale il cui primo album ufficiale, On the Sunday of Life... (1991), raccoglieva le sue prime sperimentazioni psichedeliche, nei primi anni si trattava quindi prevalentemente di un progetto solista (dall’1987 al 1993)
Dal 1993 per potersi esibire dal vivo, Wilson reclutò Richard Barbieri (tastiere), Colin Edwin (basso) e Chris Maitland (batteria) e la band subì una forte evoluzione con un sound prevalentemente Space Rock e psichedelico producendo Up the Downstair nel 1993 e il loro primo capolavoro, The Sky Moves Sideways del 1995, che non sarà il loro migliore album ma che resta secondo me fra gli album essenziali in una collezione di dischi prog, album seguito da Signify nel 1996 (leggermente inferiore al precedente) e poi da Stupid Dream nel 1999 e Lightbulb Sun nel 2000 entrambi album eccellenti.
Una ulteriore svolta nel sound (e nel successo) della band arriva con un sound più orientato al metal con l'ingresso del batterista Gavin Harrison e la pubblicazione del loro secondo capolavoro, che supera il primo, In Absentia nel 2002 con sonorità più vicine al progressive metal. Seguono Deadwing nel 2005 (superiore a tutti gli album precedenti a In Absentia) e il loro capolavoro assoluto, Fear of a Blank Planet nel 2007, che con In Absentia si contende il vertice della loro produzione e che secondo me lo supera. Segue The Incident (2009), bellissimo album secondo me penalizzato dal paragone con il disco precedente (difficile ripersi a certi livelli) e dopo il cui tour promozionale Wilson decide di dedicarsi alla sua carriera solista, una pausa durata 11 anni. Nel 2021, la band ha annunciato il ritorno come trio (Wilson, Barbieri e Harrison, senza Colin Edwin) con l'album Closure/Continuation del 2022 che è al momento il loro album in studio più recente, un ottimo album ma non hai livelli raggiunti prima della pausa.
Il loro stile è mutato nel tempo, con una primo periodo psichedelico e Space Rock fortemente influenzato dai Pink Floyd e dalla psichedelia degli anni '70 con brani lunghi, un tripudio di sintetizzatori e atmosfere spaziali, seguita dalla fase Pop-Prog e Alternative con composizioni più vicine alla forma di canzone con melodie più accessibili ma mantenendo la complessità negli arrangiamenti. Segue la fase Progressive Metal con l'influenza di band come gli Opeth, con riff di chitarra pesanti e una sezione ritmica più aggressiva grazie al grande Gavin Harrison
Quello che non è mai cambiato è la cura maniacale del suono di Wilson e la eccezionale produzione che distingue tutti i suoi lavori.
I Porcupine Tree sono i principali artefici della rinascita del rock progressivo nel XXI secolo e hanno esercitato una profonda influenza su numerose band moderne che hanno adottato il loro mix di atmosfere malinconiche, produzione cristallina e alternanza tra momenti acustici e riff pesanti. Fra queste i The Pineapple Thief, "fratelli minori" dei Porcupine Tree ma anche i Riverside, band polacca con sonorità riconducibili a quelle di In Absentia, ma anche Haken e Leprous e il loro nuovo prog metal e gli Airbag di Bjorn Riis (e Bjorn Riis nei suoi lavori da solista) con il loro sound atmosferico e infine gli Opeth anche se nel loro caso l'influenza è stata reciproca (specialmente tra Wilson e Mikael Åkerfeldt) e la cui collaborazione ha spinto gli Opeth verso una direzione più prog e meno death metal.
Up the Downstair è il vertice della fase psichedelica e space rock fondendo rock progressivo e musica elettronica per tracce come la title-track e Burning Sky in cui Wilson offre delle grandi performance alla chitarra con riff ipnotici alternati a sequenze di sintetizzatori e come Synesthesia che unisce melodie pop a composizioni tipicamente psichedeliche.
Originariamente registrato con una batteria elettronica, l'album è stato ripubblicato con le parti di batteria ri-registrate da Gavin Harrison, con una potenza superiore all'originale.
Un disco caratterizzato dalla portata dei singoli brani che fondono sonorità ambient, atmosfere floydiane, ritmi elettronici e riff rock pesanti, con influenze non esplicite degli Hawkwind e del Krautrock (che ha caratterizzato i lavori di Wilson anche nel Progetto I.E.M.) con grande uso di elettronica, loop e paesaggi atmosferici.
Grandissimo disco, ma quando parlo dei Porcupine Tree questa è una definizione che uso spesso, se non sempre. Assolutamente consigliato!
Nota: Tutti i link ai lavori dei musicisti sono nei TAG sotto il titolo dell'articolo o nella pagina "Artisti"
Tracklist
1. What You Are Listening To... (0:58)
2. Synesthesia (5:11)
3. Monuments Burn into Moments (0:20)
4. Always Never (6:58)
5. Up the Downstair (10:00)
6. Not Beautiful Anymore (3:26)
7. Siren (0:52)
8. Small Fish (2:43)
9. Burning Sky (11:06)
10. Fadeaway (6:20)
Durata 47:54
LineUp
- Steven Wilson - voce, chitarra, basso, tastiere, programmazione batteria, produttore
Con:
- Suzanne Barbieri - voce (5)
- Richard Barbieri - elettronica (5)
- Colin Edwin - basso (4)
- Gavin Harrison - batteria (nella versione ampliata in sostituzione dei campioni originali)






















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